venerdì 22 giugno 2007

Il progetto del campus di Urbino contro il "digital divide"

Per fronteggiare il digital divide che investe gran parte del territorio di Urbino, dove la banda larga è prerogativa del solo centro storico e di meno della metà dell'intera provincia, il campus urbinate ha creato una rete wireless (Wi-Fi e Hiperlan a 40 Mbps) che per ora abbraccia Fano, Pesaro e la stessa Urbino, ma che presto si estenderà su ben ottanta comuni.

La rete consente tre tipologie di servizi. Innanzitutto, offre la possibilità, tramite ingresso libero e anonimo, di accedere al portale del campus, dove sono a disposizione alcuni servizi e copie dei siti web più conosciuti. A ciò si aggiunge l'opportunità, se registrati, di navigare in internet (seppur limitatamente) e di comunicare gratis tramite Voip. Infine, vi è la possibilità per funzionari e studenti universitari di navigare liberamente ed illimitatamente e di usufruire dei servizi didattici e delle banche dati dell'Università.

Fonte: "Nova 24" del 7/6/2007

mercoledì 20 giugno 2007

WiMax e lo stato del "digital divide" in Italia


Nei giorni scorsi l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni con la Delibera n. 209/07/CONS ha disposto le procedure per l’assegnazione dei diritti d’uso di frequenze per sistemi Broadband Wireless Access (BWA) nella banda a 3.5 GHz. La decisione va salutata in maniera positiva, dato che costituisce un passo avanti per l’implementazione della tecnologia WiMax e l’eliminazione di quel ‘digital divide’ all’italiana che da alcuni anni ormai segna il nostro modo di vivere la Rete.

WiMax, acronimo di Worldwide Interoperability for Microwave Access, è una tecnologia che consente la trasmissione a banda larga, senza fili ed a basso costo; la facilità di implementazione e la possibilità di essere sfruttata su qualsiasi tipo di territorio, a prescindere dalle caratteristiche geografiche o topografiche, la rende particolarmente competitiva sul mercato.

Una scommessa per il nostro Paese, considerato l’impegno preso dal Ministro delle Comunicazioni, Paolo Gentiloni, già dall’anno scorso per garantire l’adozione di una banda larga su tutto il territorio nazionale, ed una necessità viste le condizioni in cui ormai versano i tanti internauti italiani, molti dei quali ancorati a linee analogiche o impossibilitati a fruire della Rete dalla propria abitazione.

Il quadro attuale del ‘digital divide’ in Italia non è per nulla incoraggiante (come già evidenziato in un mio precedente post), sia in rapporto alle altre nazioni, che alla luce dei vari ‘eEurope Action Plans’ in ambito europeo. Secondo un’indagine promossa dalla Commissione europea sullo stato dell’e-comunication in Europa, l’Italia incontra difficoltà nell’implementazione della banda larga per uso domestico: se da un lato le imprese collegate alla Rete in broadband sono il 70% del totale, per le famiglie la percentuale scende al 14% mostrando un ritardo imbarazzante rispetto ad Olanda (65%), Danimarca (60%), Finlandia (49%), Belgio (47%) e Svezia (43%). Gap ulteriormente in crescita a causa della lenta diffusione delle connessioni a banda larga, aumentate in Italia solo del 2% negli ultimi 6 mesi rispetto ad altri Paesi come Danimarca (+11%) e Spagna (+9%).

Non resta a questo punto che attendere, sperando che le parole del ministro Gentiloni e di questo Governo si concretizzino in un impegno serio e di svolta nell’alfabetizzazione informatica della nazione.

venerdì 15 giugno 2007

Uno strumento d'informazione per il cittadino: la newsletter a tema

Le newsletter a tema sono gli strumenti informativi più utilizzati dalle pubbliche amministrazioni locali al fine di renderne trasparente l'operato (deliberazioni assembleari, eventi patrocinati dall'Ente locale, piani regolatori, ecc.). Per ricevere notizie sulle iniziative degli organi amministrativi nella propria casella di posta elettronica è sufficiente iscriversi fornendo il proprio “account”; in questo modo l'Ente locale riceverà dal cittadino un feedback indiretto dei temi di maggior interesse e valuterà la sensibilità di ogni utente verso le informazioni e i servizi erogati.

La gestione di una newsletter può essere svolta in diversi modi, il più diffuso dei quali si avvale di una “lista di distribuzione personale” supportata da tutti i più comuni clienti di posta elettronica, aggiornata manualmente; in alternativa, è possibile utilizzare software di gestione automatica sviluppato all’interno del sito dell'amministrazione oppure basato su moduli pronti all’uso (es. PhpNuke) o anche utilizzare programmi di gestione di mailing list, configurandoli in modo tale da consentire solo ad alcuni utenti di inviare messaggi nella lista, mentre altri possono solo riceverli.

Ferma restando l'accortezza di non inviare messaggi in notevole quantità (il che, oltre ad infastidire il destinatario, lo indurrebbe a cancellarsi dalla lista), il vantaggio principale della newsletter è la possibilità per l’Ente di informare gli utenti iscritti tramite l'utilizzo della mailbox, senza che si adoperino per la ricerca di notizie nel web.

giovedì 7 giugno 2007

Immaginando i "K-humans" nel futuro della Pubblica Amministrazione

Tempo fa leggevo su "Nova 24" (l'inserto settimanale sulle ICT de "Il Sole 24 Ore") un articolo sui "K-humans", gli assistenti virtuali nati per rendere più facile il rapporto tra utenti e imprese. Kallideas, azienda italiana che si occupa di "HumanLike Interaction", ossia di tecnologie per l'interazione simil-umana, ha messo a punto "Claudia", avvenente fanciulla virtuale il cui compito è quello di fornire informazioni agli utenti.

La vera innovazione di questa nuova "assistente" è la capacità di manifestare emozioni in maniera contestualizzata, ossia di interpretare in modo pertinente sia richieste testuali che vocali; in poche parole ciò significa che quando Claudia fornisce una notizia negativa, di fronte al cattivo umore dell'utente, mostrerà un'espressione facciale e un timbro di voce di dispiacere; viceversa, in caso di buona nuova, il suo avatar antropomorfo gli sorriderà con gioia.

Dopo aver letto l'articolo, ho subito pensato che sarebbe stato interessante "assumere" K-humans nelle pubbliche amministrazioni, specie quelle locali, dove a volte il rapporto cittadino-pubblico funzionario non è dei più rosei (sarà capitato un po' a tutti di rivolgersi ad impiegati scorbutici e indisponenti o lunatici o che facilmente perdono la pazienza...).

Lungi dal generalizzare il mio "j'accuse" (vi sono anche funzionari gentilissimi), giova tuttavia sottolineare che un comportamento ostile del dipendente pubblico non incentiva affatto l'esercizio da parte dei cittadini di quei diritti strumentali alla partecipazione all'attività amministrativa (es. richiesta di un documento, di un modulo, o semplicemente di informazioni), senza tralasciare il fatto che anche la disciplina pattizia del pubblico impiego impone al dipendente una condotta tale da favorire l'instaurazione di rapporti di fiducia e collaborazione tra l'Amministrazione e i cittadini (si veda l'art. 23 del CCNL 6/7/95 come modificato dal CCNL 2002-2005).

Non nascondo la mia curiosità nel vedere all'opera queste assistenti virtuali (per ora sono solo donne), immaginando la compilazione di un modulo o di una domanda sotto la supervisione di una graziosa fanciulla, che con un sorriso ci dice che tutto procede correttamente; oppure immaginando la formulazione di una richiesta ritenuta non risolvibile, seguita dal suo sguardo rammaricato (come a dire: "mi spiace, la prossima volta sarai più fortunato") e magari... da una strizzata d'occhio.

Per un approfondimento rinvio al seguente link:

http://www.dailymotion.com/swf/3SYzWiGQflvIs68oD