mercoledì 20 giugno 2007

WiMax e lo stato del "digital divide" in Italia


Nei giorni scorsi l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni con la Delibera n. 209/07/CONS ha disposto le procedure per l’assegnazione dei diritti d’uso di frequenze per sistemi Broadband Wireless Access (BWA) nella banda a 3.5 GHz. La decisione va salutata in maniera positiva, dato che costituisce un passo avanti per l’implementazione della tecnologia WiMax e l’eliminazione di quel ‘digital divide’ all’italiana che da alcuni anni ormai segna il nostro modo di vivere la Rete.

WiMax, acronimo di Worldwide Interoperability for Microwave Access, è una tecnologia che consente la trasmissione a banda larga, senza fili ed a basso costo; la facilità di implementazione e la possibilità di essere sfruttata su qualsiasi tipo di territorio, a prescindere dalle caratteristiche geografiche o topografiche, la rende particolarmente competitiva sul mercato.

Una scommessa per il nostro Paese, considerato l’impegno preso dal Ministro delle Comunicazioni, Paolo Gentiloni, già dall’anno scorso per garantire l’adozione di una banda larga su tutto il territorio nazionale, ed una necessità viste le condizioni in cui ormai versano i tanti internauti italiani, molti dei quali ancorati a linee analogiche o impossibilitati a fruire della Rete dalla propria abitazione.

Il quadro attuale del ‘digital divide’ in Italia non è per nulla incoraggiante (come già evidenziato in un mio precedente post), sia in rapporto alle altre nazioni, che alla luce dei vari ‘eEurope Action Plans’ in ambito europeo. Secondo un’indagine promossa dalla Commissione europea sullo stato dell’e-comunication in Europa, l’Italia incontra difficoltà nell’implementazione della banda larga per uso domestico: se da un lato le imprese collegate alla Rete in broadband sono il 70% del totale, per le famiglie la percentuale scende al 14% mostrando un ritardo imbarazzante rispetto ad Olanda (65%), Danimarca (60%), Finlandia (49%), Belgio (47%) e Svezia (43%). Gap ulteriormente in crescita a causa della lenta diffusione delle connessioni a banda larga, aumentate in Italia solo del 2% negli ultimi 6 mesi rispetto ad altri Paesi come Danimarca (+11%) e Spagna (+9%).

Non resta a questo punto che attendere, sperando che le parole del ministro Gentiloni e di questo Governo si concretizzino in un impegno serio e di svolta nell’alfabetizzazione informatica della nazione.

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