venerdì 25 maggio 2007

Vicky, lo sportello virtuale dell'INPS

L'Istituto di Previdenza Sociale ha presentato a ForumPA, tenutosi a Roma dal 21 al 25 maggio, Vicky, lo sportello virtuale che dispensa informazioni agli utenti non solo tramite Internet, ma anche attraverso il cellulare e la TV. Attualmente è in via di sperimentazione per servizi riguardanti il Tfr e i contributi dei lavoratori domestici.

L'innovazione più importante di questo nuovo "assistente" è che consente agli utenti di formulare quesiti semplicemente digitandoli con la propria tastiera, senza selezionare comandi dai soliti menu. Analizzata la richiesta, Vicky cercherà i contenuti e fornirà la risposta più opportuna, che sarà più di una per i quesiti più complessi.

Fonte: www.ansa.it

sabato 19 maggio 2007

I diritti del cittadino nel Codice dell'Amministrazione Digitale

Il Codice dell'Amministrazione Digitale nella Sezione II contempla una serie di norme che sanciscono i diritti dei cittadini nei rapporti informatizzati con le pubbliche amministrazioni.

Gli undici articoli, farciti di buoni propositi, contengono norme precettive e programmatiche che, se da un lato regalano più di un sorriso a noi cittadini, rendendoci la vita più facile, dall'altro incupiscono gli animi dei dirigenti di una nutrita schiera di amministrazioni locali. E' fin troppo evidente, infatti, che per i piccoli enti sarà difficile (se non impossibile) dare attuazione alle disposizioni del Codice, date le ristrettezze economiche e le carenze organizzative e strutturali che li caratterizzano.

Ci si chiede allora: come affrontare tale problema? Quali politiche adottare per incentivare la diffusione delle nuove tecnologie anche nei grigi uffici delle amministrazioni locali?

A parere di chi scrive occorrono notevoli investimenti, accompagnati da una coraggiosa ristrutturazione dei processi di servizio e dall'adozione graduale di programmi volti a ridefinire funzioni e competenze, senza dimenticare, inoltre, la formazione dei dirigenti e dei funzionari pubblici, che stentano ad avere un approccio con le nuove tecnologie.

Certo, la spesa iniziale è considerevole ed è biasimevole che il Codice non preveda alcun finanziamento per il raggiungimento degli obiettivi che tanto scrupolosamente si prefigge; tuttavia, una volta superato il primo scoglio, garantiti saranno, nel medio-lungo termine, minori costi e maggiore efficienza della "macchina" burocratica.

lunedì 14 maggio 2007

La spinosa questione del "digital divide"

Altro problema correlato all’uso delle ICT è quello del c.d. digital divide, ovvero il divario digitale, che può scriminare i cittadini svantaggiati per età, condizioni fisiche, istruzione, ubicazione e che è opportuno risolvere al più presto per consentire a tutti di accedere alle nuove tecnologie e favorire così una piena inclusione nei processi democratici (non si dimentichi la vigenza nel nostro ordinamento del principio di uguaglianza sostanziale ex art. 3, comma 2, Cost.).

A tal proposito, il Consiglio di Stato nel parere al Codice dell’Amministrazione Digitale evidenzia quanto concreto sia oggi il rischio che “un rilevante numero di cittadini (anziani, disabili, soggetti con basse scolarità, emarginati, abitanti in aree remote o rurali, in ritardo con l’“alfabetizzazione informatica” o semplicemente diffidenti) possa risultare discriminato o addirittura socialmente emarginato da un passaggio radicale e non bilanciato” alla partecipazione alle varie fasi del processo democratico tramite l’utilizzo delle nuove tecnologie.

Compito dello Stato, allora, è la promozione di iniziative volte a favorire l’alfabetizzazione informatica dei cittadini che deve consistere, come giustamente puntualizzato dal Rodotà, non solo nell’acquisizione della capacità individuale di usare direttamente una serie di strumenti, ma anche dalla consapevolezza del senso e della portata delle tecnologie impiegate.

Occorre in tal senso adottare misure di promozione a favore dei soggetti svantaggiati, tenendo conto sia dei loro deficit individuali specifici (sensoriali, motori, cognitivi) sia del contesto fisico in cui vivono e coltivano ogni relazione sociale; utili a tal fine potrebbero essere, per esempio, forme di finanziamento all’acquisto di computer da parte di particolari categorie di soggetti (studenti, insegnanti, funzionari pubblici, ecc.).

Parimenti importante è, inoltre, l’effettiva fruibilità delle opportunità offerte da Internet, problema a cui la Comunità europea ha dato una prima soluzione introducendo, nel settore della comunicazione elettronica, il diritto di ogni utente, a prescindere dalla sua localizzazione geografica, ad una quantità minima di servizi di connessione alle reti, avente una determinata qualità e ad un prezzo accessibile a tutti.

venerdì 11 maggio 2007

Partecipazione elettronica e formazione

L’art. 9 del Codice dell’amministrazione digitale, dedicato alla “partecipazione democratica elettronica”, prevede che “Lo Stato favorisce ogni forma di uso delle nuove tecnologie per promuovere una maggiore partecipazione dei cittadini, anche residenti all’estero, al processo democratico e per facilitare l’esercizio dei diritti politici e civili sia individuali che collettivi”.

Emerge dal testo della norma il concetto di “partecipazione elettronica” al processo democratico; il codice, infatti, non considera solo il rapporto tra cittadini ed amministrazione, ma anche quello tra cittadini ed istituzioni politiche e di governo, con ciò affermando che la partecipazione è intesa non solo come inclusione nell’attività amministrativa, ma anche come modo di influenzare gli indirizzi politici e l’emanazione di norme che le stesse amministrazioni sono tenute ad applicare.

Fondamentale è, quindi, il richiamo esplicito ai diritti politici e civili: i primi sono quei diritti che permettono ai cittadini di partecipare alla vita politica della propria comunità, ossia di prendere parte alla formazione delle decisioni pubbliche assunte all’interno della comunità medesima;
i secondi, invece, sono quelle libertà fondamentali (es. la libertà di esprimere, manifestare e diffondere il proprio pensiero, la libertà di associazione, ecc.) necessarie per l’esercizio dei diritti politici.

Tramite le ICT (Information & Comunication Tecnologies) è possibile oggi esercitare tali diritti in maniera più diretta e continua, dando la possibilità ai cittadini di interagire con le pubbliche amministrazioni (in primis quelle locali) e di intervenire sempre più nei processi decisionali, a beneficio della trasparenza, dell'efficacia e dell'efficienza dell'agire pubblico.

E' bene ricordare che la partecipazione elettronica richiede determinate condizioni affinché trovi adeguata attuazione, fra cui la capacità del politico di utilizzare le nuove tecnologie dell'informazione e della comunicazione, cogliendone vantaggi e opportunità; tuttavia, proprio in quanto carente di tali cognizioni, egli spesso si affida a terzi i quali, a loro volta, necessitano di una formazione utile alla predisposizione di strumenti di partecipazione online.

Occorre, infatti, che gli operatori imparino a lavorare in Internet, a saper utilizzare ogni strumento che la rete offre, a saper gestire la posta elettronica e a conoscere le soluzioni utili a garantire una maggiore sicurezza nella navigazione, oltre a conoscere gli strumenti di democrazia e partecipazione elettronica, con il relativo funzionamento, vantaggi e svantaggi, difficoltà e rischi, costi e risorse, oltre a normative e requisiti legali del loro lavoro.

Nelle “Linee guida del Governo per lo sviluppo della Società dell’Informazione”, emanate dal Ministero per l’Innovazione e le Tecnologie, sono stati definiti vari percorsi formativi per operatori, dirigenti, funzionari sia appartenenti ad amministrazioni centrali che ad amministrazioni locali; tuttavia, l’obiettivo principale è stato quello di attestare la loro competenza nell’uso delle ICT con il conseguimento della patente informatica ECDL.

Per raggiungere tale obiettivo, è necessario individuare delle strutture pubbliche o private sparse sul territorio, in cui poter svolgere corsi di alfabetizzazione per i dipendenti pubblici tramite computer collegati a Internet, oltre alla creazione di una struttura di formazione a distanza o e-learning, che metta a disposizione e fornisca servizi didattici online.

Infine, occorre l’acquisizione di strumenti e modalità per mantenere un corretto comportamento online, basato su regole di civile convivenza telematica e su convenzioni di utilizzo degli strumenti informatici, al fine di moderare la discussione instaurata in una determinata area di dialogo, controllando la coerenza dei “subject” dei messaggi, eliminando quelli fuori tema, di spamming o di interesse contingente, archiviando quelli datati ed evitando che “flames” (“messaggi d’ira” o “messaggi caldi”) turbino la discussione.