lunedì 14 maggio 2007

La spinosa questione del "digital divide"

Altro problema correlato all’uso delle ICT è quello del c.d. digital divide, ovvero il divario digitale, che può scriminare i cittadini svantaggiati per età, condizioni fisiche, istruzione, ubicazione e che è opportuno risolvere al più presto per consentire a tutti di accedere alle nuove tecnologie e favorire così una piena inclusione nei processi democratici (non si dimentichi la vigenza nel nostro ordinamento del principio di uguaglianza sostanziale ex art. 3, comma 2, Cost.).

A tal proposito, il Consiglio di Stato nel parere al Codice dell’Amministrazione Digitale evidenzia quanto concreto sia oggi il rischio che “un rilevante numero di cittadini (anziani, disabili, soggetti con basse scolarità, emarginati, abitanti in aree remote o rurali, in ritardo con l’“alfabetizzazione informatica” o semplicemente diffidenti) possa risultare discriminato o addirittura socialmente emarginato da un passaggio radicale e non bilanciato” alla partecipazione alle varie fasi del processo democratico tramite l’utilizzo delle nuove tecnologie.

Compito dello Stato, allora, è la promozione di iniziative volte a favorire l’alfabetizzazione informatica dei cittadini che deve consistere, come giustamente puntualizzato dal Rodotà, non solo nell’acquisizione della capacità individuale di usare direttamente una serie di strumenti, ma anche dalla consapevolezza del senso e della portata delle tecnologie impiegate.

Occorre in tal senso adottare misure di promozione a favore dei soggetti svantaggiati, tenendo conto sia dei loro deficit individuali specifici (sensoriali, motori, cognitivi) sia del contesto fisico in cui vivono e coltivano ogni relazione sociale; utili a tal fine potrebbero essere, per esempio, forme di finanziamento all’acquisto di computer da parte di particolari categorie di soggetti (studenti, insegnanti, funzionari pubblici, ecc.).

Parimenti importante è, inoltre, l’effettiva fruibilità delle opportunità offerte da Internet, problema a cui la Comunità europea ha dato una prima soluzione introducendo, nel settore della comunicazione elettronica, il diritto di ogni utente, a prescindere dalla sua localizzazione geografica, ad una quantità minima di servizi di connessione alle reti, avente una determinata qualità e ad un prezzo accessibile a tutti.

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